Una favola scritta da un bambino che fa riflettere

Ad un ragazzino di 11 anni e’ stato chiesto di riscrivere la fiaba di cappuccetto rosso rivisitata in chiave moderna.

Il racconto e’ iniziato pressochè cosi’:

Cappuccetto Rosso era una bambina che abitava in un bosco con una mamma perfida e cattiva. La mamma possedeva un drone per controllarla a distanza, anche se Cappuccetto Rosso era brava e andava tutti i giorni  a trovare la nonna malata. La sua vita era un inferno, ed un giorno, decise di rompere quel drone a martellate  ed improvvisamente la mamma torno’ ad essere una mamma dolcissima…..

Questo racconto e’ stato scritto da un bambino i cui genitori si sono da poco separati. Mi e’ stato chiesto di leggere e commentare quanto scritto dal bambino. A me sono venuti i brividi. Ho sentito tutta la voglia di questo bambino di cancellare questo periodo e di ritornare alla serenità. Questo per me e’ quello che trapela dalle righe del racconto.

La separazione puo’ essere pacifica o tortuosa, ma comunque segna inesorabilmente il percorso dei nostri figli e sta a noi genitori cercare di contenere il piu’ possibile il dolore che purtroppo procuriamo.

La magia del pranzo di Natale.

Ricordo quell’atmosfera, quei giorni pieni di profumi, di zie e mamme indaffarate a preparare tante prelibatezze che io a quel tempo non apprezzavo. L’odore della legna che bruciava nella stufa, le montagne di neve nel cortile della casa in montagna di mia zia. Ma fin da piccola questo aspetto del Natale mi e’ sempre piaciuto. Queste lunghe tavolate, con la tovaglia rossa, con tanto chiasso erano per me preludio dell’arrivo del Natale e inevitabilmente dei tanto attesi regali.

Ogni anno cerco di ricreare quest’atmosfera di attesa, di colori, di profumi per i miei bambini. Anche loro vorrei che vivessero questa trepida attesa, fra pentolame, subbuglio totale della casa, arrivo degli ospiti. Io sono stata fortunata, ho avuto ed ho tante zie, con le quali ho condiviso questi momenti intorno ad una grande tavola. E mi sentivo cosi’ felice, protetta dai miei genitori e allo stesso tempo in compagnia dei miei cugini piu’ cari.

Chissà se riusciro’ a portare questo sentimento anche nei miei bambini , guardando trafficare noi genitori, tutti presi da questi grandi preparativi, nell’attesa dell’arrivo del Natale? Chissa’ se come me, diventati grandi pagherebbero non so cosa, per rivivere quell’atmosfera magica che solo una vera famiglia puo’ creare.

Tanti mi chiedono perche’ io con tre bambini “mi prenda la briga” (testuali parole) di invitare tante persone a casa pur lavorando ecc… Rispondo che credo nella famiglia, credo in questo spendido momento di convivialità. Voglio trasmettere questi valori, queste tradizioni, con la tavola imbandita con il profumo di cannella. Questo per me ha un valore inestimabile che mi ripaga di ogni mia fatica.

La paura

Ieri sera e’ successa una cosa che mi ha un po’ sconvolta.

Ero indaffarata in un’altra stanza,mentre i miei figli erano sul divano a guardare i loro cartoni animati

Ad un certo punto abbiamo sentito un botto. Improvvisamente li ho visti arrivare tutti e tre di corsa da me impauriti. “Mamma e’ l’ISIS?” mi hanno chiesto. Invece di pensare che a breve arriveranno i botti di Capodanno, ho capito che anche in loro si e’ insidiata la paura. La paura….

Li ho rassicurati dicendo che era un anticipo delle feste che stanno per arrivare ma sono rimasta davvero amareggiata. Non voglio che i nostri figli vivano nel terrore, non e’ questo il mondo che voglio per loro. E non voglio anche che vedano ogni  extracomunitario come un nemico. Vorrei far capire che anche noi occidentali abbiamo molte colpe. Qualche giorno fa su tutte le testate giornalistiche c’era un piccolo trafiletto che diceva che erano morti dei bambini a scuola per un bombardamento in Siria.  Se fosse successo in Europa, ci sarebbero stati titoli enormi. Non sono uguali i nostri bambini a quelli dei paesi lontani.?Non sono lo stesso vittime innocenti? E lo stesso per quanto riguarda la televisione molto seguita dai nostri ragazzi.

Io non voglio inserire nel mio blog pensieri politici non e’ questo il mio intento. Ma vi chiedo, in questo periodo, quanti di voi salendo su un pullman, o andando al mercato e vedendo passare una donna col burka o un extracomunitario non ha pensato “Chissa’ se ha dell’esplosivo sotto il giubbotto?”. E’ questo pensiero insidioso che bisogna evitare….E questo pensiero mi sembra che si stia insidiando anche nei nostri figli. Loro che hanno imparato l’accoglienza, loro che considerano tutti amici allo stesso modo, non importa la nazionalità. Questo e’ quello che mi spaventa di piu’….

A lezione di….felicità

A Birmingham, in Inghilterra, c’e’ una scuola che ha istituito un corso di “felicità”. Si chiama “Happiness” un corso in cui cantare canzoni gioiose a squarciagola, danza liberatoria. Questa materia e’ diventata una materia al pari delle altre, per aumentare il benessere degli alunni.

L’idea di questo corso e’ nata dopo un’evento tragico, un lutto e la perdita di una madre in una famiglia di quattro bambini. Per aiutarli a superare questo evento traumatico e’ stato istituito appunto questo “Happiness Lab” che ha avuto un enorme successo.

Altre scuole hanno preso spunto da questa iniziativa per aiutare i ragazzi e bambini ad avere fiducia in se stessi. Sarebbe bello attivarlo anche nelle nostre scuole.